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Il vagabondaggio di Fido e Micio
Perché i cani e i gatti amano vagabondare?
a cura della Dottoressa Cristiana Matteocci

Il cane e il gatto sono stati addomesticati dall’uomo da oltre un millennio. La domesticazione ha permesso la nascita di caratteri che contraddistinguono i nostri amici a quattro zampe, come la docilità (capacità di lasciarsi guidare dall’uomo) e la neotenia (permanenza di caratteristiche morfologiche e comportamentali infantili).
I nostri animali sono ormai indispensabili per noi e come ci riporta lo studio Assalco-Zoomark del 2014, nel nostro Paese vivono 14 milioni di cani e gatti e questo ha determinato una maggiore sensibilità nei riguardi dei pelosi che ormai hanno acquisito un ruolo sociale. Possiamo definire, infatti, i nostri animali dei facilitatori sociali!
La lunga convivenza, però, non ha ancora garantito il rispetto della diversità altrui. Si pecca, infatti, di antropocentrismo (tendenza a considerare l’uomo al centro dell’universo), preoccupandosi solo dei bisogni umani e non di quelli animali. I nostri amici a quattro zampe, invece, devono essere amati per quello che sono e, soprattutto, devono essere capiti e rispettati. Troppe volte, infatti, quando l’animale non soddisfa le esigenze umane viene abbandonato e di questo ne abbiamo prova visto il grande numero di cani e gatti che popolano i canili e i gattili italiani. All’interno dei rifugi si possono trovare cuccioli, adulti, animali anziani abbandonati o scappati dalle loro abitazioni e mai più ritrovati.
Ma perché sempre più cani e gatti si allontanano dalle loro abitazioni e non ne fanno ritorno?
I motivi che spingono un animale ad allontanarsi da casa sono molteplici:
Ricerca di partner sessuali. Questo succede per cani e gatti non sterilizzati che durante il calore si allontanano alla ricerca del compagno/a. Se si interviene in tempi brevi, prima che il comportamento si consolidi, la sterilizzazione può ridurre o annullare questo desiderio.


Mancanza di affiliazione. Questo può capitare soprattutto in cani o gatti adottati da poco dal canile. Una relazione si costruisce con il tempo. Cani e gatti che sono vissuti a lungo all’interno dei rifugi considerano quei luoghi la loro casa, si sono adattati a quella vita e hanno bisogno di tempo per maturare la fiducia verso il nuovo compagno.
Noia. Gli animali sono costretti spesso a vivere all’interno delle nostre abitazioni, soffocati da stimolazioni acustiche derivanti dall’uso sproporzionato che facciamo della tecnologia (lavatrice, lavastoviglie, televisore ecc.). ecco che, a volte, cercano di ritrovare un’ambiente a loro affine come quello naturale. Portiamo, allora, più spesso il cane in passeggiata o portiamo al lago e al mare durate il week end, in modo tale da soddisfare le sue esigenze etologiche di esplorazione e perlustrazione.

Mancanza di attenzioni. I cani sono animali altamente sociali e non amano stare da soli. Lasciare a se stesso per molte ore al giorno un cane o un gatto può spingerlo a cercare degli stimoli nuovi, o persone con cui condividere il tempo.
Ansia o panico. Durante le feste natalizie il numero di fughe da casa aumenta. Questo perché l’animale rimasto da solo in giardino si spaventa e scappa impaurito dal forte rumore dei botti oppure può soffrire di ansia da separazione, una patologia comportamentale assai diffusa, che induce l’animale in uno stato di fortissimo stress a seguito della separazione con il proprietario, tale da spingerlo a scappare per ritrovare il suo padroncino. Purtroppo, questi sono i casi in cui l’animale è preso dal panico e corre senza ragionare. La paura chiude la socialità e il cane o il gatto non cercherà il contatto umano se non dopo diversi giorni. A quel punto potrebbe essere emaciato dalle numerose ore passate all’aperto e i passanti potrebbero scambiarlo per un animale abbandonato e potrebbero non cercare il proprietario.


Territorialità. Il cane e soprattutto il gatto sono animali territoriali, amano delineare il loro territorio. Uno studio di Jeff A. Horn e colleghi del 2011 ha investigato le abitudini di 42 gatti di proprietà e randagi attraverso la radio telemetria, un sofisticato dispositivo di localizzazione. Ebbene, dalla ricerca è emerso che i 42 gatti adulti si spostavano su un territorio di 25 km². Questo ci conferma l’idea che il territorio per un felino è importantissimo e spesso rischia la vita pur di difenderlo. Quando si fa un trasloco non si immagina che stress subisce l’animale, il quale non comprende il perché del cambiamento di abitazione. Il nuovo posto non è sicuro, ci sono odori nuovi e potenzialmente pericolosi. Ecco che la fuga in questo caso è assai probabile.

Cambiamento di abitudine. Sia il cane che il gatto sono animali abitudinari. La routine dà sicurezza. Un cambiamento improvviso genera stress, come l’arrivo di un neonato, un trasloco, un nuovo amico a quattro zampe che concentra le attenzioni dei cari proprietari, lo spostamento di un mobile, oppure una parete appena imbiancata. Ogni cambiamento deve essere fatto con gradualità, soprattutto si deve prestare attenzione ai nuovi odori che potrebbero destabilizzare l’animale. Per questo, in commercio si possono reperire dei prodotti a base di feromoni che aiutano il nostro amico a quattro zampe a ritrovare un odore piacevole nel nuovo ambiente e a trovarsi a suo agio in esso.


Accidentale. Se accidentalmente un cancello o una porta vengono lasciati aperti, nasce l’opportunità per l’animale di svagarsi un pò e di farsi un giretto fuori di casa ignaro dei pericoli.

DOTTORESSA CRISTIANA MATTEOCCI
MEDICO VETERINARIO COMPORTAMENTALISTA
Via Verdi 33, 25016 Ghedi (Bs) - Tel. 3289261598
Da questo lungo elenco si evince come le cause di fuga di un pets possono essere molteplici. E’ necessario prestare molta attenzione sia alla cura delle recinzioni, sia all’applicazione di medagliette e microchip che sono dei dispositivi necessari e obbligatori che ci consentiranno di ritrovare il nostro beniamino.
Quando si trova un animale smarrito o presunto tale, avviciniamoci lentamente usando un tono di voce calmo e rassicurante, leghiamolo se possibile con un guinzaglio e portiamolo dal primo medico veterinario disponibile il quale si accerterà della presenza del microchip e contatterà il proprietario.
Non smettete mai di cercare i vostri cani o gatti! Numerose, infatti, sono le storie di animali che dopo diversi anni riescono a ricongiungersi con gli amati proprietari.